Vetro
del Dürer
Il manuale di Geometria che contiene la descrizione
della Finestra (o Vetro) e di altri tre strumenti per il disegno (due dei quali
compaiono però soltanto nell’edizione del 1538) è indirizzato ai giovani
apprendisti pittori, soprattutto a “quelli che non hanno istruttori
affidabili”. Dürer (così egli dice nella dedica a Pirckheimer)
vuole mettere a loro disposizione le conoscenze geometriche necessarie
all’esercizio della loro arte. Il fondamento della pittura risiede infatti
(questa la sua convinzione di fondo) nella geometria delle forme. Ma egli
fornirà informazioni “utili anche a tutti coloro che devono servirsi di misure”
(orefici, scultori, tagliatori di pietre, carpentieri, falegnami: ai quali si
rivolge spesso esplicitamente nel corso del suo trattato).
Dürer inizia la descrizione di questo strumento (noto
anche all’Alberti, a Leonardo da Vinci e a Bramante: autori con cui egli aveva
avuto contatti diretti – nei suoi viaggi in Italia – o indiretti), con queste
parole:
“Tenendo un occhio saldamente appoggiato all’oculare,
ricalca sul vetro, mediante un pennello, ciò che vedi all’interno della
cornice. Poi, potrai riportare il disegno sulla superficie che avrai scelto per
il tuo quadro. Questo modo di operare conviene a tutti coloro che vogliono fare
il ritratto di qualcuno senza essere fiduciosi nella loro abilità. Quindi, se
vuoi ritrarre qualcuno, fagli appoggiare la testa contro qualcosa, affinché
egli non la sposti fino a quando tu non hai terminato di tracciare tutte le
linee indispensabili. Poi, potrai usare i colori, ma dovrai fare in modo che la
luce sia costante”.
Nel modello, abbiamo tracciato sul vetro l’immagine
prospettica di una scacchiera e di un cubo: guardando attraverso l'oculare, il disegno si sovrappone alla realtà