Macchine nella geometria di Euclide

Mesolabio

Compasso di Nicomede

Cono di Menecmo

Compasso perfetto

La prospettiva

Vetro del Dürer

Griglia del Dürer

Sportello del Dürer

Prospettografo di Scheiner

Prospettografo del Barozzi

Macchina per le anamorfosi

Strumenti di «invention piana»

Parabolografo del Cavalieri

Ellissografo di Proclo

Ellissografo di Leonardo

Le macchine di Cartesio

Macchina di Cartesio per i lenti

Iperbolografo di Cartesio

Trisettore di Cartesio

Lumaca di Pascal

Guide rettilinee

Guida rettilinea di Watt

Guida rettilinea di Roberts

Guida rettilinea di Peaucellier

Sistemi articolati

Ellissografo ad antiparallelogramma

Traslatore

Pantografo per l’omotetia

Pantografo per simmetria assiale

Pantografo per lo stiramento

Sezioni del toro

Strumento del Delaunay per gli ovali del Cassini

 

Macchine nella geometria di Euclide

I primi 3 postulati degli Elementi di Euclide stabiliscono l’esistenza della riga non graduata e del compasso. Per i matematici la costruibilità equivale alla dimostrazione di esistenza. Ci sono però problemi non risolubili con riga e compasso, come la duplicazione del cubo e la trisezione dell’angolo, per la cui soluzione venne introdotto l’uso di meccanismi.

Ma le soluzioni di problemi geometrici ottenute per via meccanica non rientravano nei canoni di razionalità riconosciuti dalla scienza geometrica dell’epoca.

Platone … affermava che (i meccanici) corrompevano e avvelenavano ciò che vi era di eccellente nella geometria, facendola scendere da oggetti intellettivi e incorporei a quelli sensibili e materiali, facendo uso della materia corporea, con la quale è necessario molto vilmente e bassamente impiegare l’uso delle mani, allora .. la meccanica viene ad essere separata dalla geometria (Plutarco, Le Vite Parallele, Vita di Marcello)

Occorre osservare che in Euclide la riga e il compasso sono strumenti ideali ma il suo linguaggio è denso di riferimenti al mondo concreto.

La meccanica, oggi [I sec. d.C.] così tenuta in considerazione e decantata, prese origine da Eudosso e da Archita, che resero più attraente la geometria con le sue sottigliezze e basarono su esempi sensibili e meccanici i problemi che non venivano risolti con una dimostrazione astratta e geometrica. (Plutarco).