Parabolografo del Cavalieri
Questa macchina incorpora,
come propria legge il "sintomo" di Menecmo:
ma ne altera profondamente la percezione teorica. Infatti la proporzione di Menecmo perde qui il carattere di verità statica, da
contemplare dentro a un oggetto dato: diviene "operante", governa la
macchina, costruisce la conica.
Inoltre è una proprietà attiva nel
piano in quanto ogni legame della curva col cono di sostegno è eliminato (il
lato retto è qui la distanza fissa tra due punti del telaio mobile). Strumenti
di questo tipo mettono in evidenza come i diversi punti della curva devono
essere posizionati in un piano rispetto a un sistema di riferimento (parti
fisse del meccanismo) che può essere scelto ad arbitrio: producono quindi e
rafforzano alcune schematizzazioni astratte necessarie alla costruzione futura
della identità curva-equazione.
Lungo la scanalatura rettilinea AB
praticata in un piano p scorre un segmento CK (materializzato in legno o
metallo) di lunghezza k prestabilita. Al suo estremo C è vincolata rigidamente,
in direzione perpendicolare a CK, una asta CV, giacente su p. Quando l’angolo
retto KCV si muove, trascina con sé un altro angolo retto AVK (materializzato
anch’esso in legno o metallo), che ha i lati VA e VK costretti a passare,
rispettivamente, per i punti A e K.
Durante il movimento, in ogni istante
AVK è un triangolo rettangolo (variabile) di cui VC rappresenta l’altezza
relativa alla ipotenusa e AK l’ipotenusa. Possiamo applicare ad esso il teorema
di Euclide: si ricava (VC´VC) = (CK´CA) = (k´CA),
proprietà caratteristica della parabola (ponendo CA = x, VC = y, si scrive y2=kx).