Macchine nella geometria di Euclide

Mesolabio

Compasso di Nicomede

Cono di Menecmo

Compasso perfetto

La prospettiva

Vetro del Dürer

Griglia del Dürer

Sportello del Dürer

Prospettografo di Scheiner

Prospettografo del Barozzi

Macchina per le anamorfosi

Strumenti di «invention piana»

Parabolografo del Cavalieri

Ellissografo di Proclo

Ellissografo di Leonardo

Le macchine di Cartesio

Macchina di Cartesio per i lenti

Iperbolografo di Cartesio

Trisettore di Cartesio

Lumaca di Pascal

Guide rettilinee

Guida rettilinea di Watt

Guida rettilinea di Roberts

Guida rettilinea di Peaucellier

Sistemi articolati

Ellissografo ad antiparallelogramma

Traslatore

Pantografo per l’omotetia

Pantografo per simmetria assiale

Pantografo per lo stiramento

Sezioni del toro

Strumento del Delaunay per gli ovali del Cassini

 

 Strumenti di «invention piana»

 

La difesa delle arti meccaniche dalla accusa di indegnità il rifiuto di fare coincidere l’orizzonte della cultura con quello delle arti liberali e le operazioni pratiche con il lavoro servile implicavano in realtà l’abbandono di una millenaria immagine della scienza, implicavano la fine di una distinzione di essenza fra il conoscere e il fare”
(P. Rossi: La nascita della Scienza moderna in Europa).

Troviamo la descrizione di strumenti nei trattati dei matematici a partire dal ‘500. Ad esempio Cavalieri (1598-1647, Lo specchio ustorio), dopo aver descritto dettagliatamente le proprietà delle coniche, sostiene che “non ci potranno arrecare le utilità da noi accennate, se non anco non sapessimo descriverle, e farle in materia” e descrive due tipi di strumenti, quelli di “invention solida” e quelli di “invention piana”.

Tali strumenti sono macchine matematiche in quanto il loro scopo fondamentale (indipendentemente dall’uso che si farà poi della macchina stessa) è risolvere questo problema: obbligare un punto o un segmento o una figura geometrica qualsiasi (sostenuti da un opportuno supporto materiale che li renda visibili) a muoversi nello spazio o a subire trasformazioni seguendo una legge predeterminata astrattamente e matematicamente.

La macchina diventa allora raffigurazione concreta, materializzazione di quella legge; non interessa la forza motrice né la maggiore o minore complessità del meccanismo, né la sua natura, né il livello di precisione ed efficienza, importa solo che la macchina sia fedele oggettivazione della legge.