La prospettiva
Si fa strada nel Quattrocento
un elogio della vita attiva, delle mani, la difesa delle arti meccaniche. Nelle
produzioni degli artisti, degli architetti, degli ingegneri “si fa strada una
nuova considerazione del lavoro, della funzione del sapere tecnico…” In particolare questo
è dovuto alla nascita della “perspectiva artificialis”. La
sua nascita implica una profonda trasformazione nel modo di
considerare lo
spazio: da “spazio di corpi”, a “luogo che esiste prima dei corpi che stanno
in esso, e perciò nel disegno deve essere definito per primo” (Pomponio Gaurico, 1504). Questa trasformazione segna il passaggio
dalla cultura medievale a quella rinascimentale. In essa fu importante
l'attività dei geometri pratici e l'esperienza acquisita nelle misurazioni a
distanza. Ad essa hanno contribuito non solo pittori, scenografi, intarsiatori,
ma anche ingegneri, geografi, militari. La costruzione di macchine prospettiche
(usate talvolta in rilevamenti topografici e in osservazioni astronomiche) si
inquadra perfettamente nel complesso processo culturale che ora chiamiamo prima
rivoluzione scientifica.
I prospettografi esemplificano assai bene
l’integrazione tra geometria, ottica, strumentazione esatta, l’accordo tra
ragionamenti astratti e abilità pratica, caratteristiche importanti della
rivoluzione scientifica
A cura dell'Associazione
Macchine Matematiche